Di cosa si tratta? è un nuovo modo di concepire la produzione e il consumo di energia da fonti rinnovabili.
In questo articolo, ti spieghiamo meglio di cosa si tratta e quali opportunità sono in gioco per i cittadini.
Il concetto è piuttosto semplice. Si tratta di associazioni di cittadini, di piccole e medie imprese e di attività commerciali (ma anche autorità locali o amministrazioni comunali) che decidono di unirsi per produrre energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo. Fattore determinante è che le unità coinvolte devono essere geograficamente vicine. Un esempio? Un condominio nel quale i residenti decidano di installare un impianto che produca energia utilizzabile da tutti gli appartamenti. Ma anche un’unione di attività commerciali situate in prossimità l’una dell’altra.
Il 28 febbraio 2020 è stato convertito in legge il Decreto Milleproroghe, che nell’articolo 42-bis da’ di fatto il via libera alla costituzione di queste associazioni. Finora era infatti certamente possibile finanziare l’installazione di impianti, ma non era previsto che l’energia ricavata potesse essere ripartita tra più utenze. In altre parole, solo l’intestatario dell’impianto poteva usufruirne.
La legge non determina il tipo di tecnologia rinnovabile da utilizzare, ma quella che più si adatta allo sfruttamento dei vantaggi del provvedimento è il fotovoltaico. La potenza complessiva dell’impianto condiviso deve essere inferiore a 200 KW.
La condivisione dell’energia avviene attraverso la rete elettrica a bassa tensione esistente, mediante la cabina di trasformazione a media/bassa tensione da cui la comunità energetica preleva anche l’energia di rete.
I vantaggi legati alla nascita di comunità energetiche in Italia sono di varia natura, tutti legati ai concetti di efficienza, risparmio e sostenibilità.
Innanzitutto, il cittadino ha finalmente la possibilità di divenire parte attiva nella produzione di energia, svincolandosi così dai grandi distributori che da decenni dominano il mercato. Questo sistema di autoconsumo porta inevitabilmente ad una riduzione dei costi dei consumi elettrici, primo e tangibile vantaggio per chi aderirà a questo tipo di progetto.
Viene inoltre incentivato per legge il concetto stesso di “comunità”: creare una rete di utenze interconnesse e unite per uno scopo comune creerà un clima di collaborazione e compartecipazione che porterà giovamento alla collettività. Un fattore da non sottovalutare in un’epoca in cui l’isolamento sociale crea spesso disagio e malessere.
Al di là dei benefici e ritorni economici per i singoli, di fondamentale importanza, c’è alle spalle di queste normative un progetto più ampio e di impatto decisivo sul futuro. I dati sull’inquinamento del nostro pianeta parlano chiaro e sono ogni anno più preoccupanti. Le emissioni legate alla produzione di energia elettrica così come è stata fino ad oggi concepita rappresentano una voce primaria fra quelle coinvolte nel disastro ambientale in corso. Non possiamo più ignorare il problema e voltarci dall’altra parte, né come singoli né come Stati.
Queste direttive permettono all’Italia di inserirsi finalmente nella rosa dei paesi che attuano strategie concrete per contrastare l’inquinamento legato all’utilizzo di combustibili fossili, responsabili del surriscaldamento globale a causa delle emissioni di CO2. Incentivare l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili significa imprimere un cambio di direzione in ottica green che potrà contribuire a rendere più pulita e vivibile la casa che ci ospita, il Pianeta Terra.
In data 15 settembre 2020 il Ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha firmato il decreto attuativo che definisce le tariffe volte ad incentivare i consumi.
La tariffa fissata per l’energia auto-consumata è pari rispettivamente a:
– 100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo;
– 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili.
Doverosa qui la distinzione tra le due entità: l’Autoconsumo Collettivo può essere istituito solo tra utenti appartenenti allo stesso edificio o condominio. La Comunità Energetica ha uno spettro più ampio e può essere istituita tra utenze facenti parte della stessa rete di bassa tensione, cioè tutte le utenze che fanno capo alla stessa cabina di trasformazione media/bassa tensione.
L’incentivo viene riconosciuto per un periodo di 20 anni ed è amministrato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). È inoltre cumulabile con il Superbonus al 110% nei limiti previsti dalla legge.
La direttiva in Italia deve essere recepita entro il 30 giugno 2021. Sei interessato all’argomento? Hai già individuato un gruppo di possibili utenti che vogliano condividere con te questo progetto eco-friendly e di risparmio in bolletta?
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