Se fino a qualche anno fa il fotovoltaico era una tecnologia ancora poco utilizzata e considerata una sorta di stramberia per appassionati ambientalisti, negli ultimi decenni la situazione è completamente cambiata (per fortuna, aggiungiamo). Sono sempre di più i privati cittadini e le imprese che decidono di sfruttare l’energia del sole per i propri consumi elettrici, e questo è dovuto principalmente a due fattori:
Su quest’ultimo punto, quello informativo, c’è però ancora molto da fare: sono infatti numerose le fake news sul fotovoltaico che sono credute vere da molti. Vecchi pregiudizi, più o meno fantasiosi, che circolano da anni e vengono ripetute e ribadite da chi considera questa risorsa energetica “di serie B”.
Vediamo insieme le 5 principali fake news (o bufale, se vi piace di più) sul fotovoltaico.
Partiamo da quello che, giustamente, è di solito il primo aspetto che viene considerato quando si tratta di fare un qualunque tipo di acquisto o intervento sulla propria abitazione o azienda: me lo posso permettere dal punto di vista economico?
Qui entra in gioco la prima e forse più diffusa bufala sul fotovoltaico: comprare e far installare questo tipo di impianto ha costi vertiginosi, non ripagati dal risicato risparmio ottenuto.
Abbiamo ampiamente parlato del reale risparmio in bolletta in questo articolo, qui ci limitiamo a dire che negli anni i costi per questo tipo di tecnologia si sono notevolmente ridotti, si parla di una flessione quasi del 90%. Come tutte le tecnologie, con il perfezionamento meccanico, la produzione su più larga scala e i maggior finanziamenti disponibili per nuovi studi e modelli, con il tempo i prodotti inizialmente riservati ad una ristretta cerchia diventano disponibili per un’ampia fetta della popolazione.
Con investimenti (sì, perché di investimento si tratta) tra i 5.000€ e i 20.000€ (se si includono anche pompe di calore, batterie di accumulo, colonnine per ricaricare l’auto…) si possono ottenere benefici reali in termini di risparmio e salvaguardia ambientale.
Se si parla di manutenzione poi, gli interventi sono veramente minimi e cadenzati nei circa 20 anni di vita stimati per i pannelli, la spesa qui è davvero irrisoria.
Anche questo è un dato che va smentito. La tecnologia del fotovoltaico non si basa su chissà quale sostanza artificiale e tossica ma sfrutta il silicio, un elemento naturale secondo solo all’ossigeno in termini di quantità presenti sul pianeta, che non è né tossico né inquinante.Oltretutto, la sua presenza in un pannello è di circa il 2%: per il resto, i materiali principali sono alluminio e vetro (più o meno quello che serve per un qualunque tipo di porta o finestra).
Una volta terminato il suo ciclo di vita (mediamente 20/25 anni), il pannello viene smaltito seguendo rigorose procedure attraverso le quali i materiali che lo compongono vengono separati e reimpiegati per la produzione di nuovi pannelli: il materiale recuperato arriva fino al 95%.
Su questo punto potevamo dare ragione agli scettici 20 o 30 anni fa, ma negli ultimi decenni i progressi fatti sono stati enormi. Proprio grazie all’avvicinamento di molte persone alle tematiche ambientali e al maggior impiego di questa rinnovabile, le risorse disponibili per gli studi volti a migliorarne le caratteristiche si sono moltiplicate.
I pannelli oggi in commercio sono tecnicamente evoluti e garantiscono prestazioni e durata ottimali. Fra 15 o 20 anni ci saranno presumibilmente prodotti ancora migliori? Certo, ma questo vale per ogni tipo di tecnologia.
Pensate al vostro telefono cellulare di 10 anni fa: all’epoca vi sembrava il miglior dispositivo disponibile, se lo guardate adesso probabilmente vi appare come una sorta di reperto storico. Ma non per questo pensereste che 15 anni fa non aveva senso acquistare il cellulare solo perché in futuro ne sarebbero stati disponibili di più avanzati.
Questo problema in un paese come l’Italia è davvero di poco conto: abbiamo la fortuna di trovarci in una posizione privilegiata rispetto ad esempio ai paesi del Nord Europa, dove le ore di luce sono più ridotte. Ad ogni modo, se questa una delle preoccupazioni, possiamo tranquillizzare molte persone sottolineando che anche nelle giornate grigie o piovose il sole emette radiazioni che possono essere catturate dai pannelli.
È chiaro che in un’afosa giornata di agosto sarà prodotta più energia rispetto ad un qualunque giorno di gennaio, ma l’unico momento in cui le radiazioni solari sono assenti è la notte. Grazie ai sempre più evoluti sistemi di accumulo, anche questo “ostacolo” può essere facilmente aggirato.
Una buona parte della popolazione abita in condomini ed è lecito pensare che, a causa dei vari regolamenti presenti, installare pannelli sulla propria porzione di abitazione sia vietato. Ma per fortuna anche questa è una fake news.
La Riforma del Condominio (Legge 11 dicembre 2012 n. 220) ha stabilito che i singoli condòmini devono poter godere della possibilità di installare un impianto fotovoltaico nella loro proprietà, e di usufruire singolarmente dell’energia da essi prodotta.
Come per molti altri lavori, andrà fatta comunicazione al Comune per il via libera ai lavori, ma non esistono divieti. Se poi si ha la fortuna di avere condòmini attenti al bene del pianeta e al risparmio in bolletta, si può anche costituire una comunità energetica, leggi qui per saperne di più.
Abbiamo visto insieme come le 5 più comuni fake news sul fotovoltaico siano in realtà frutto di vecchi preconcetti e sospetti su quella che è invece una tecnologia affidabile, green e fruttuosa in termini economici.
Possiamo risparmiare ed aiutare il pianeta al tempo stesso, servono ragioni più valide di queste per prendere in considerazione l’utilizzo di pannelli solari?
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